
Mio caro lettore, quanto ne sai sul mondo vichingo? Affascinante e misterioso, deve la sua fortuna alle tante produzioni letterarie e cinematografiche a noi contemporanee. E così, spulciando in rete alla ricerca di curiosità da portare su So di Non Sapere, mi sono imbattuto nella feroce Aquila di Sangue: una tortura efferata riservata a «pochi eletti». E dal momento che sul sito ho affrontato spesso il tema a me caro del senso della vita, ho pensato di fare un salto nel passato per approfondire le usanze di una cultura che ha sempre esercitato su di me un fascino irrazionale: ecco cosa sapere sull’Aquila di Sangue norrena.
Che cos’è l’Aquila di Sangue?

In primo luogo, viene da chiedersi in cosa consistesse l’Aquila di Sangue, una pratica tanto brutale quanto rara. Nello specifico, al malcapitato venivano pratiche due incisioni sui lati della colonna vertebrale, estratte le vertebre e tirata la cute in modo tale che assumesse la forma di due ali. Infine, i polmoni erano estratti dal petto e appesi sulla schiena, così da enfatizzare la somiglianza con la figura di un’aquila in volo. Secondo alcune testimonianze, l’animale veniva invece inciso sulla schiena. Successivamente, i torturatori gettavano del sale sulla ferita per aumentare la sofferenza del condannato a morte. In entrambi i casi, è doveroso ricordare che le fonti vichinghe sono poche e lacunose. È stato impossibile rinvenire testimonianze accurate sull’Aquila di Sangue, a tal punto che molti storici ne hanno messo in dubbio l’effettiva esistenza.
Estratto Vikings
La storia dell’Aquila di Sangue tra mito e realtà

Una cosa è certa: l’Aquila di Sangue deve la sua fama contemporanea alla Serie TV di History Channel, Vikings. Ambientata tra i paesaggi naturali della Svezia, della Norvegia e della Danimarca, quest’ultima intende ricostruire la suggestiva epoca vichinga tra realtà e finzione. Considerata rozza e brutale, quella norrena era in realtà una società basata sul commercio di pellicce e sulla realizzazione di navi mercantili agili e scattanti. Tuttavia, torture e razzie erano parte integrante del macrocosmo nordico. Essendo cacciatori e soldati di estrema abilità, i vichinghi erano soliti infliggere terribili punizioni corporali alla gente dei territori sottomessi. Si pensa, dunque, che l’Aquila di Sangue fossetra le torture predilette di Ivan the Boneless – passato alla storia per essere il più sadico combattente della sua gente. Tra le sue vittime, il re di Northumbria Ila che aveva avuto l’ardire di ucciderne il padre e Mael Gualae re di Munster, sconfitto dai vichinghi nell’850 dopo Cristo.
L’Aquila di Sangue – Riflettere sul senso della vita

Mio caro lettore, l’Aquila di Sangue è senza dubbio una forma di tortura efferata e apparentemente ingiustificata. Tuttavia, ci consente di gettare luce sulla crudeltà e sulla spietatezza dell’essere umano. Su So di Non Sapere ho già affrontato i principali temi relativi al corpo e alla soglia di dolore che siamo in grado di tollerare. In un’epoca storica in cui sembra impossibile concepire forme di violenza tanto cruente, l’Aquila di Sangue resta avvolta nel mistero e ci consente di fantasticare su una cultura – quella norrena – che affascina e incuriosisce a distanza di millenni.
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Una produzione cinematografica che merita (e molto!).

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