
Amore e amicizia sono due facce della stessa medaglia? Per scoprirlo, mi sono immerso nella lettura di “Insegnamenti sull’amore” di Thich Nhat Hanh, padre della moderna Mindfulness. Il motivo? Troppo spesso cadiamo nell’errore di credere che i sentimenti possano essere definiti in maniera rigida e rigorosa. Tuttavia, la scienza e la saggezza orientale ci insegnano che amore e amicizia sono due sfumature relazionali dai confini labili e imprevedibili. Non a caso, le migliori storie romantiche nascono proprio da lunghi rapporti di fratellanza, comprensione e complicità.
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Amore e amicizia a confronto

Contrariamente a quanto suggerisce il pensiero comune, amore e amicizia sono interconnessi tra loro: il primo nasce da un avvicinamento fisico ed emotivo tra due individui, mentre la seconda si limita a permeare la sfera emozionale e personale, senza sfociare in rapporti sessuali.
In altri termini, due amici di vecchia data raggiungono spesso il livello di complicità tipico di una relazione. È ciò che accade nel caso di due coinquilini che vivono sotto lo stesso tetto, di due compagni di università che si incontrano quotidianamente tra le aule studio (e non solo), tra due colleghi di lavoro che non possono fare a meno di scambiare quattro chiacchiere davanti a un buon caffè e così via. L’insieme di queste manifestazioni umane sono sì espressioni di una forte amicizia, ma anche profonde sfumature d’amore.
Per dirlo con le parole dello psicologo e psicoanalista junghiano James Hillman: “l’altro è una fonte di linfa vitale, che trasfonde nella tua anima se, prestandogli orecchio, riesci a provocarlo a uscire”. In altre parole, tutte le volte in cui apriamo il cuore e la mente all’incontro con l’Altro (amico o partner, poco importa) veniamo invasi da un sentimento di fratellanza e siamo legati a doppio filo da una forte relazione d’amore.
Amore e amicizia secondo la scienza

Quando amore e amicizia fanno capolino nella nostra vita, cominciamo a “preoccuparci” per l’altro. Il destinatario delle nostre cure è una persona che ci completa, che ci ascolta e ci supporta nel corso delle piccole-grandi sfide quotidiane – ma senza sacrificare la nostra indipendenza emotiva. Allo stesso tempo, un amore finito (male) provoca in noi un senso di smarrimento, di lacerazione e di mancanza. Ne deriva che le relazioni umane si basano su un concetto fondamentale: prenderci cura di noi stessi e degli altri.
Per riuscire nell’intento, la scienza suggerisce quanto segue: trovare il giusto equilibrio tra “dare” e “ricevere” in una coppia di innamorati è spesso molto difficile in mancanza di una solida base di amicizia. Di contro, se alle spalle esiste già un rapporto di conoscenza fraterno e spontaneo, è più probabile tenere a bada la paura di amare e di essere amato, la mancanza di autostima del partner, la divergenza di opinioni e il raggiungimento di obiettivi comuni.
Un caso studio..

Non a caso, uno studio datato 2012 e pubblicato sul celebre Journal of Social and Personal Relationships ha rivelato che le storie a lieto fine – sì, quelle un po’ hollywoodiane – sono prerogativa delle coppie che danno priorità all’amicizia, piuttosto che alla passione: se quest’ultima è passeggera, la prima è il fondamento della nostra vita.
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