Lo so, la manipolazione mentale è spaventosa, misteriosa e (molto) affascinante. Film e serie TV hanno nutrito un immaginario collettivo sempre più enigmatico e intrigante. Funziona davvero? Come esercitarla? È necessario essere mentalisti DOC per testarne in prima persona i mirabili risultati? Da appassionato di psicologia quale sono, ho divorato in pochi giorni uno tra i best-seller più completi mai scritti sull’argomento: “Le 48 leggi del potere” di Robert Greene. Ti suggerisco di ordinarlo su Amazon in pochi e semplici click, ma siccome qui sul web andiamo tutti di fretta, ho deciso di trascrivere di seguito 3 tecniche di manipolazione mentale basics. Pronto per metterle in pratica nella vita quotidiana?
La manipolazione mentale è realmente efficace?
La manipolazione mentale si fonda su due regole auree:
- Gli esseri umani non possono non comunicare. Il linguaggio del corpo, infatti, svela lati nascosti della nostra personalità in maniera inconscia e indiretta.
- Gli esseri umani non possono non influenzarsi. E non mi riferisco soltanto al blasonatissimo giudizio degli altri, ma anche ai tanti modelli comportamentali che incontriamo sul posto di lavoro, in famiglia o all’università. Il nostro Io è una combinazione eterogenea di frammenti altrui – proprio come in un puzzle!
Di conseguenza, la manipolazione mentale è una forma di controllo emotivo che può servirsi della trance ipnotica (e non solo) per fare breccia nella cosiddetta «barriera della coscienza». Per dirlo con le parole di Emile Couè – psicologo e farmacista di origini francesi: “affinché una suggestione sia efficace è necessario che l’inconscio la accetti, quindi che diventi un’auto-suggestione”. Gli ingredienti necessari per riuscire nell’intento? Fiducia in te stesso, un pizzico di carisma e le basi teoriche per una comunicazione efficace.
Tecnica di manipolazione mentale #1: Groupthink
La prima tecnica di manipolazione mentale prende il nome di «pensiero di gruppo», in inglese Groupthink, teorizzata dallo psicologo sociale Solomon Asch nel 1956. L’esperimento è tra i più brillanti della storia contemporanea: gli ignari soggetti del test erano inclusi in piccoli gruppi eterogenei composti da sconosciuti. Il ricercatore proiettava sullo schermo due linee di lunghezze molto differenti, chiedendo quale si avvicinasse maggiormente a un metro. I complici dello sperimentatore rispondevano all’unanimità in modo chiaramente errato. E così, il 33% dei soggetti si lasciava condizionare dai membri del team e forniva a propria volta la risposta sbagliata. Insomma, se un’opzione è socialmente accettata da un gruppo… il condizionamento schizza alle stelle, per quanto sbagliata essa sia!
Tecnica di manipolazione mentale #2: Sei libero di…
I ricercatori Nicolas Gueguen e Alexandre Pascal hanno appurato quanto segue: affinché la manipolazione mentale sia realmente efficace, è importante che la “vittima” creda di essere non-condizionata, cioè libera di prendere la propria decisione senza l’influenza esterna. Di conseguenza, il modo migliore per strappare l’agognato «sì» al tuo interlocutore consiste nel formulare la tua prossima domanda nel modo seguente: «sei libero di accettare o di rifiutare, ma non è che potresti…?». Le persone saranno più propense ad acconsentire alla tua richiesta. Provare per credere!
Tecnica di manipolazione mentale #3: La porta in faccia
La tecnica della porta in faccia – nome curioso, non trovi anche tu? – ha un enorme potenziale: inizia col fare una richiesta complessa e inammissibile e, un secondo prima di ricevere una simbolica «porta in faccia» dal tuo interlocutore, chiedi un favore più semplice e ragionevole. L’altra persona sarà propensa ad accettare, complice la percezione-controllata che gli hai servito su un piatto d’argento.
Un’ultima cosa, sei libero di accettare o di rifiutare… ma non è che ti iscriveresti alla newsletter di So di Non Sapere?
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