
I tre setacci di Socrate è l’aneddoto che meglio testimonia la tendenza caratteriale e la saggezza del filosofo di origini greche. Reinterpretato dallo scrittore statunitense Dan Millman nel suo “La via del guerriero di Pace”, coniuga la saggezza europea alle lezioni di vita dell’Oriente. Il messaggio è attuale, ora più che mai: le notizie inutili o false che arrivano alle nostre orecchie, combattendosi un briciolo della nostra attenzione, sono (spesso) acerrime nemiche della motivazione personale, della felicità e dell’autostima.
In un ecosistema comunicativo in cui il digitale ha conquistato l’attenzione di un pubblico via via più esteso – basti pensare alla popolarità dei social-network e alla rivoluzione 2.0 delle testate giornalistiche un tempo cartacee – è nostre compito filtrare, proprio come accade coi setacci, le informazioni meritevoli dai pettegolezzi di poco conto.
La storia dei tre setacci di Socrate tenta di rispondere alla seguente domanda: «In che modo possiamo trovare noi stessi? Come scoprire quali sono le nostre priorità, e perché?». Ti ricordo, infatti, che il filosofo del “So di non sapere”ha sempre posto quesiti relativi alle grandi domande esistenziali della vita, e che anche in “La via del guerriero di Pace” incarna la figura del guru, del saggio.
E noi, immersi in un mondo più fluido e dinamico, possiamo ancora fare lo stesso? Quali sono le strategie di cui servirci per entrare in contatto con pensieri e desideri profondi?
Per scoprirlo, ti suggerisco di leggere per intero l’aneddoto dei tre setacci di Socrate.
I tre setacci di Socrate – Proteggere la tua mente dal brusio del mondo

Qui di seguito, la storia dei tre setacci di Socrate.
Tra le strade di Atene, un uomo agita le mani al cielo ed è in stato di estrema agitazione. Socrate si avvicina a lui, gli rivolge uno sguardo interrogativo e nota che lo sconosciuto s’incammina verso di lui a passo svelto.
«Socrate, ascoltami. Devo darti una notizia su un certo tuo amico!» – esclama l’uomo.
«Aspetta, ti prego. Hai già fatto passare le tue parole attraverso i tre setacci?» – domanda Socrate, sollevando il palmo della mano in direzione del suo interlocutore.
«I c-cosa? Tre setacci?» – domanda l’altro con espressione meravigliata sul viso.
«Sì, prima di rivolgermi la parola, verifica che la notizia passi attraverso i miei tre setacci: il primo è anche il più importante: il setaccio della verità. La tua storia è vera?»
«N-non lo so, l’ho sentita raccontare da altri uomini giù in piazza!» – ribatte lo sconosciuto in evidente stato di confusione.
«Il secondo setaccio è quello della bontà: la storia che intendi raccontarmi è positiva, lieta?» – domanda il filosofo ellenico.
«Devo confessarti che non è così, anzi! La notizia è terribile!» – sussurra l’altro.
«E cosa dire del terzo setaccio? Il tuo pettegolezzo è almeno utile?» – chiede Socrate.
«Dire di no» – risponde lo sconosciuto.
Il filosofo ateniese conclude: «Se ciò che mi vuoi raccontare non è né vero né buono né utile, allora preferisco non saperlo. Tra l’altro, ti consiglio di dimenticarlo, caro mio!»
E continua la sua passeggiata del mattino.
Qual è il significato dei tre setacci di Socrate?

Il (triplo) filtro dei tre setacci di Socrate è un paradigma individuale e sociale costituito dalla verità, dalla bontà e dall’utilità di un’informazione. Insomma, quanto spesso permettiamo alla nostra mente di processare informazioni – il gossip dei VIPs, prima di tutto, ma anche le opinioni faziose postate ogni giorno sui social-networks – senza avere la forza di volontà necessaria per spegnere il telefono, entrare in modalità offline e uscire a fare due passi all’aria aperta?
Il fatto è che la comunicazione realmente efficace prevede una forte componente di umanità: in mancanza di contatto visivo, empatia, domande pertinenti e trasparenza, qualsiasi discorso – anche il più interessante – finirà per lasciarti… con l’amaro in bocca!
Hai presente quella sensazione di dubbio, noia e frustrazione che ti assale quando non c’è complicità con il tuo interlocutore?
Esatto!
Allora, ecco come applicare il messaggio dei tre setacci di Socrate alla vita quotidiana per migliorare le tue conversazioni.
Come applicare questo concetto Socratico?

Soltanto per questa volta, voglio lasciarti con qualche nuova domanda a cui trovare risposta:
Setaccio numero 1: sei sicuro che il fatto sia vero? Puoi provarlo? Quali sono le fonti? Avresti il coraggio di ripetere la notizia davanti a un gruppo di sconosciuti, giocandoti così la tua reputazione?
Setaccio numero 2: l’informazione in tuo possesso migliorerà la vita delle persone che ti circondano, oppure la danneggerà inutilmente?
Setaccio numero 3: qual è il senso ultimo della mia notizia? Permetterà al mio interlocutore di migliorarsi? Oppure lo lascerà con un senso di vuoto interiore?
Ti ricordo, inoltre, di recuperare la lettura de “La via del guerriero di Pace” per scoprire di più sui tre setacci di Socrate e di iscriverti alla newsletter di So di Non Sapere per altri articoli sul tema della crescita personale.

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