È meglio dire la verità o intraprendere la strada di un Pinocchio in erba per zigzagare tra le responsabilità della vita? Da qualche tempo, mi sono immerso nella lettura di una vasta gamma di libri sulla psiche umana – uno tra tutti, I volti della menzogna di Paul Ekman – e sono rimasto meravigliato dalla facoltà immaginativa del cervello. Così come la visualizzazione creativa permette di viaggiare in mondi lontani, lasciando briglia sciolta alla fantasia, allo stesso modo dire la verità o mentire è una questione di… creatività.
Curioso di saperne di più? In quest’articolo passeremo in rassegna le cinque cose che (forse) con conosci sulla mente umana e sul linguaggio del corpo.
Dire la verità o mentire – Perché siamo propensi a inventare frottole?
Psicologi e ricercatori hanno stimato che tutti noi – nessuno escluso, eh – pronunciamo una media di circa dieci bugie al giorno. Troviamo giustificazioni ai nostri ritardi lavorativi, alla (scarsa) voglia di iscriverci in palestra o all’improvvisa smemoratezza che ci fa dimenticare un appuntamento galante. Potremmo dire la verità e ammettere che sì, la colpa è soltanto nostra. Tuttavia, nel momento esatto in cui siamo chiamati a riconoscere la nostra limitatezza, preferiamo inventare qualche menzogna cucita ad hoc per l’occasione.
«Eh sai, ho dovuto portare il cane da veterinario…»
«Non hai idea di quanto lavoro abbia in sospeso. Facciamo un’altra volta?»
«Non mi sono dimenticato del tuo compleanno! Sono stato in viaggio tutto il giorno senza Wi-Fi!»
La lista è potenzialmente infinita.
Ebbene sì, quando ci sentiamo chiamati in causa e messi alle strette, siamo più propensi a non dire la verità e a confezionare qualche scusa più o meno convincente. Trasformiamo la realtà dei fatti, manipoliamo i dati e ci sforziamo di comunicare al mondo la parte migliore di noi stessi. La domanda sorge spontanea: sarà davvero così?
Come capire quando il tuo interlocutore decide di dire la verità o di mentire?
Sulla questione del dire la verità o del raccontare tante, tantissime frottole, circolano in rete (e non solo) molti falsi miti. Dopotutto, ognuno di noi ha sognato almeno una volta nella vita di leggere nella mente di un datore di lavoro, di un professore universitario o un partner – magari in concomitanza con un amore finito.
Beh, forse è giunto il momento di sapere che:
- La macchina della verità… non esiste! Invenzione dei film hollywoodiani che l’hanno resa celebre in ogni parte del globo, è in realtà un’evoluzione fantasiosa del vecchio poligrafo. Quest’ultimo, nonostante sia considerato attendibile presso alcuni tribunali d’America, è in grado di misurare soltanto le alterazioni dei livelli di stress e di ansia nell’interrogato. Il problema? Non tutti i bugiardi patologici si trovano in uno stato del genere quando mentono! Molti di loro, infatti, trovano più semplice rifugiarsi nelle menzogne che dire la verità.
- Osservare gli occhi altrui non ti renderà un mentalista. Lo psicologo della Hertfordshire University, Richard Wiseman, ha condotto un esperimento volto a paragonare lo sguardo dei bugiardi a quello di chi decide di dire la verità. Le sue ricerche sono state improficue: è impossibile smascherare una menzogna… a colpo d’occhio!
- In natura non esiste nessun siero della verità. Il cosiddetto Sodium Pentothal – che a detta di molti costringerebbe gli interrogati a dire la verità – in realtà, secondo gli scienziati, ha il solo effetto di rimuovere i filtri emotivi/mentali dell’interlocutore. Tuttavia, le informazioni fornite dagli individui potrebbero – ahimè – essere bugie confezionate a regola d’arte!
L’importanza di dire la verità, sempre
Prima di procedere con le conclusioni e con i miei consigli di lettura, voglio svelarti una curiosità molto interessante sulla tendenza a non dire la verità. Quando scegliamo di inventare una frottola, il nostro naso… si scalda! Responsabile di questo misterioso fenomeno è l’insula, un’area della corteccia cerebrale coinvolta nel ciclo di ricompensa. Come se non bastasse, quest’ultima regola anche la temperatura corporea basale. Di conseguenza, maggiori sono i livelli di attivazione insulare nell’organismo, minori sono le variazioni della nostra temperatura; più bassa è l’attività dell’insula, più frequenti saranno anche gli sbalzi corporei.
Interessante, no?
In ogni caso, indipendentemente dalla scelta personale del singolo individuo, dire la verità rimane pur sempre un atto di coraggio che limiterà i fraintendimenti e permetterà di perseguire la strada della comunicazione efficace. Che si tratti di rivelare i tuoi sentimenti nascosti o di portare all’attenzione del tuo interlocutore un comportamento manipolatorio non fa alcuna differenza: chi si prende la responsabilità delle proprie azioni e delle proprie sensazioni dimostra A) di essere dotato di forte leadership e di integrità morale e B) di avere ben chiari gli obiettivi da raggiungere.
Se vuoi scoprire altre curiosità sul tema della menzogna, ti consiglio di mettere le mani su Psicologia della menzogna di Serena Mastroberardino (edito da Carocci Editore): un libro di facile consultazione che guida il lettore per mano alla scoperta dei segreti della mente umana. Lo trovi su Amazon.
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Ci vediamo in giro per la rete!
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