È la tanatofobia, la paura di morire che in alcuni individui genera manifestazioni d’ansia, ossessioni e incapacità di portare a termine i piccoli-grandi obiettivi della quotidianità. Il termine deriva dal greco antico ed è composto dalla radice thànatos (morte) e dal suffisso phòbos (paura). Convivere con la paura di morire è più complesso di quanto si immagini; si ha come l’impressione di fissare direttamente il sole splendente di mezzodì: lo si sopporta per poco, prima che gli occhi brucino.
Mio caro lettore, in quest’articolo sul tema della Mente e del Miglioramento personale voglio riassumere le informazioni più rilevanti tratte dal libro di Frank Ostaseski Cinque inviti – Come la morte può insegnarci a vivere pienamente. Un manuale le cui parole illuminate sgorgano da una penna delicata e consapevole. L’obiettivo? Familiarizzare con il momento più temuto per antonomasia: quello della morte, ma senza paura.
Che cos’è e da cosa deriva la paura di morire?
In alcuni, la paura della morte si manifesta una tantum e in maniera generalizzata. In altri termini, la consapevolezza della mortalità provoca timori e tensioni di lieve entità che possono durare qualche ora, o magari un giorno intero.
In altri, la tanatofobia assume i contorni di un’ossessione onnipresente. Gli individui appartenenti alla seconda categoria sperimentano un flusso di angoscia e di domande esistenziali via via crescente, spesso ingenerato da episodi banali.
Di frequente, la paura di morire si trasforma in un’esplosione di terrore paralizzante che impedisce di affrontare la quotidianità con equilibrio tra mente e corpo, nonché con felicità e realizzazione personale.
La tanatofobia è inoltre correlata a:
- Disturbi ansiosi o depressivi
- Attacchi di panico
- Ipocondria o disturbo d’ansia di malattia
- Disturbo da stress post-traumatico a seguito di un evento in cui, avendo rischiato di morire, si presenta in risposta l’ossessione summenzionata.
Quando la paura della morte diventa patologica?
Ammettiamolo: chiunque, indipendentemente dal proprio stato di salute fisica e mentale, si sente annichilito alla sola idea di morire. Senza dimenticare che la paura di morire riveste anche una spiccata funzione di autoconservazione: permette cioè di prendere decisioni in maniera accorta e ponderata, così da ridurre al minimo i rischi.
In aggiunta, la tanatofobia può ricordarci, di tanto in tanto, di sfruttare al meglio il preziosissimo tempo che abbiamo a disposizione, senza dare per scontati le nostre emozioni primarie, i nostri desideri profondi o i momenti di complicità che viviamo in compagnia di amici, partner e familiari.
Di conseguenza, la paura della morte assume connotati fobici soltanto quando – in accordo al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5):
- Si manifesta tutte le volte in cui una persona pensa di morire.
- Ha una durata complessiva superiore ai 6 mesi.
- Diventa un ostacolo alla vita quotidiana e alle relazioni interpersonali del soggetto colpito.
Possibili soluzioni per questa paura (da discutere con un terapeuta)
Non è mia intenzione proporti strumenti psichici per affrontare la paura di morire. Un percorso di miglioramento personale necessita infatti della diagnosi di un professionista che sia in grado di comprendere le ragioni che si celano dietro gli scoppi di terrore che vivi durante la routine quotidiana.
Tuttavia, voglio lasciarti con uno spunto di riflessione: la paura di morire è spesso una paura dell’ignoto. È parte della nostra natura tentare di comprendere le dinamiche del mondo – ne sono testimonianza i progressi tecnologici a noi contemporanei. Sviluppare la tua intelligenza fluida potrebbe aiutarti quindi a lenire le preoccupazioni legate al futuro, permettendoti di vivere nel Qui e Ora.
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